BIGLI 22 / MONTENAPOLEONE 27C – 1955

“Con questo sistema diventerete schiavi dei venditori, dovrete fare quello che dicono i negozianti!”: così Gaetano Borsani ammoniva il figlio Osvaldo all’alba di Tecno. “No, non sarà così: perché solo Tecno venderà Tecno”. Una visione che prende forma nel 1956 con l’edificio di abitazione, direzionale ed espositivo che guarda da un lato su via Bigli – lo storico numero 22, sede dell’azienda – e dall’altro su via Montenapoleone, punto di osmosi tra Tecno, la città di Milano e tutto il resto del mondo. Il progetto della ristrutturazione è firmato dallo stesso Borsani in collaborazione con gli architetti Giannino ed Emiliano Bernasconi ed Eugenio Gerli. La struttura della facciata, che ha come segno di identificazione la balaustrata eseguita da Lucio Fontana, dà evidenza ai volumi degli spazi interni in modo che, dalla strada, si abbia la percezione di uno spazio fluido nel quale, volta a volta, vengono messi in luce i mobili, gli oggetti, gli allestimenti.

LA GALASSIA DELLA “T ROSSA”

La filosofia “Tecno vende Tecno” decolla dallo showroom di via Montenapoleone 27, l’archetipo per tutti gli spazi analoghi che verranno creati nelle principali città europee per affacciarsi assai presto anche in Oceania e America latina. Dopo Montenapoleone a Milano viene via del Babuino a Roma, Boulevard St. Germain a Parigi, Avenue Louise a Bruxelles, New Bond Street a Londra, la Gran Via a Barcellona, il Ring a Vienna, via Tornabuoni a Firenze, Place du Bourg de Four a Ginevra, e in rapida successione Amsterdam, Atene, Bologna, Buenos Aires, Catania, Dusseldorf, Genova, Madrid, Melbourne, Monaco, San Sebastian, Torino, Valencia: spazi di riferimento del grande design italiano e punti di dialogo con gli architetti che in ogni paese scelgono di realizzare assieme a Tecno i loro progetti.